Tracciare, congelare e confiscare beni di provenienza illecita rappresenta, tuttora, una delle priorità strategiche dell’Unione, viepiù a fronte di una criminalità — soprattutto organizzata — sempre più propensa a sfruttare il web, le tecnologie e i vantaggi connessi alla dematerializzazione della ricchezza per fare affari anche nel cyber-spazio. Sebbene le istituzioni europee siano più volte intervenute sul tema, le legislazioni degli Stati membri appaiono ancora inadeguate a contrastare efficacemente vecchie e nuove forme di illecito arricchimento. A partire da queste considerazioni, la recente direttiva 2024/1260/UE, funzionale al rafforzamento del mutuo riconoscimento di cui al Regolamento 2018/1805/UE, promuove la programmazione di una strategia nazionale per il recupero dei beni; introduce numerose disposizioni volte a potenziare le capacità delle autorità competenti di tracciare, identificare, congelare, confiscare e gestire i beni; amplia il perimetro applicativo della non-conviction based confiscation per il recupero della unexplained wealth; estende il sistema dell’asset recovery alle cripto-attività; ignora, però, le peculiarità del mercato crypto che imporrebbero una disciplina ad hoc. Il giudizio (pur sommario) sul nuovo intervento legislativo si potrebbe così compendiare: obiettivi (politici) lodevoli, non adeguatamente “tradotti”.

La nuova direttiva europea sul sistema di asset recovery. Novità, impatti, prospettive

Del Giudice, Agnese
2024-01-01

Abstract

Tracciare, congelare e confiscare beni di provenienza illecita rappresenta, tuttora, una delle priorità strategiche dell’Unione, viepiù a fronte di una criminalità — soprattutto organizzata — sempre più propensa a sfruttare il web, le tecnologie e i vantaggi connessi alla dematerializzazione della ricchezza per fare affari anche nel cyber-spazio. Sebbene le istituzioni europee siano più volte intervenute sul tema, le legislazioni degli Stati membri appaiono ancora inadeguate a contrastare efficacemente vecchie e nuove forme di illecito arricchimento. A partire da queste considerazioni, la recente direttiva 2024/1260/UE, funzionale al rafforzamento del mutuo riconoscimento di cui al Regolamento 2018/1805/UE, promuove la programmazione di una strategia nazionale per il recupero dei beni; introduce numerose disposizioni volte a potenziare le capacità delle autorità competenti di tracciare, identificare, congelare, confiscare e gestire i beni; amplia il perimetro applicativo della non-conviction based confiscation per il recupero della unexplained wealth; estende il sistema dell’asset recovery alle cripto-attività; ignora, però, le peculiarità del mercato crypto che imporrebbero una disciplina ad hoc. Il giudizio (pur sommario) sul nuovo intervento legislativo si potrebbe così compendiare: obiettivi (politici) lodevoli, non adeguatamente “tradotti”.
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