Le indagini archeologiche condotte tra il 2021 e il 2022 dal Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento nell'insediamento fortificato messapico di Li Schiavoni (Nardò - Lecce) si sono concentrate nelle aree meridionale e settentrionale del sito. Nella prima è stato documentato un tratto delle antiche mura, a ridosso delle quali si trovava un deposito, in uso in età arcaica e destinato allo stoccaggio e alla vendita di ceramiche di produzione locale e di vasellame d'importazione. A poca distanza sono stati riportati alla luce i resti di una fornace, anch'essa databile in età arcaica. Il rinvenimento di un notevole accumulo di conchiglie sul fondo di quest'ultima ha fatto supporre che le valve siano state poste e ammucchiate al suo interno per essere polverizzate tramite cottura e poi forse utilizzate come sgrassante negli impasti ceramici. Nuovi interessanti dati riguardanti l'occupazione romana del sito sono emersi dallo scavo condotto nell'area settentrionale dell'insediamento, dove, per l'età messapica, è stata portata alla luce parte di una pavimentazione basolata, realizzata in maniera molto accurata, che potrebbe riferirsi ad un asse viario che entrava nell'insediamento dal lato settentrionale
Nardò (Lecce), località Li Schiavoni. Le campagne di scavo 2021-2022 nei settori meridionale e settentrionale dell’abitato
Giovanna Cera
2024-01-01
Abstract
Le indagini archeologiche condotte tra il 2021 e il 2022 dal Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento nell'insediamento fortificato messapico di Li Schiavoni (Nardò - Lecce) si sono concentrate nelle aree meridionale e settentrionale del sito. Nella prima è stato documentato un tratto delle antiche mura, a ridosso delle quali si trovava un deposito, in uso in età arcaica e destinato allo stoccaggio e alla vendita di ceramiche di produzione locale e di vasellame d'importazione. A poca distanza sono stati riportati alla luce i resti di una fornace, anch'essa databile in età arcaica. Il rinvenimento di un notevole accumulo di conchiglie sul fondo di quest'ultima ha fatto supporre che le valve siano state poste e ammucchiate al suo interno per essere polverizzate tramite cottura e poi forse utilizzate come sgrassante negli impasti ceramici. Nuovi interessanti dati riguardanti l'occupazione romana del sito sono emersi dallo scavo condotto nell'area settentrionale dell'insediamento, dove, per l'età messapica, è stata portata alla luce parte di una pavimentazione basolata, realizzata in maniera molto accurata, che potrebbe riferirsi ad un asse viario che entrava nell'insediamento dal lato settentrionaleI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


