La società contemporanea sta attraversando una significativa trasformazione, moltiplicazione e polverizzazione dei principi considerati fondamenti della famiglia. In particolare, la pluralizzazione delle opzioni di procreazione e filiazione, resa possibile grazie alla procreazione medicalmente assistita (PMA), insieme ai nuovi modi di «fare» e «disfare» la famiglia – nei casi di separazione o divorzio – hanno prodotto una disgiunzione tra sessualità (variamente risultata entro un legame di natura affettiva e/o coniugale), procreazione e nascita, determinando lo spostamento del concepimento dalla dimensione sessuale a quella intenzionale del progetto procreativo. Tali trasformazioni hanno generato un’espansione della sfera giuridico-politica penetrata nella più stretta intimità della vita delle persone (Plummer 2003; Strathern 2005; Rodotà 2006; Hicks 2011). L’analisi che proponiamo mostra come le politiche sociali riguardo la riproduzione – in particolare gli atti legislativi (legge 40/2004), il PNF, il Fertility Day, il Family Day, così come il dibattito sull’omogenitorialità tutt’ora in corso – rivelino l’interazione tra la dimensione quotidiana e quella istituzionale nel definire modelli di famiglia e di genitorialità. Partendo da due diversi momenti delle politiche legislative e sociali su famiglia e procreazione, l’approvazione della legge Cirinna e l’elaborazione del PNF, di cui esamineremo i dibattiti che si sono prodotti in ambito parlamentare e nella sfera mediatica, si cercherà di mostrare come alcuni temi siano ricorrenti in diverse situazioni, seppure con toni e caratteristiche differenti. Più nello specifico, ci chiediamo come l’ordinamento giuridico, il regime eterosessistà e in generale i regimi omofobici riescano a collocarsi al centro della costruzione e rappresentazione della famiglia e della parentela sul piano pubblico e politico. Ciò che faremo emergere, quindi, e il modo in cui si produce un «diritto riproduttivo differenzialista» basato sulla distinzione tra persone che possono e persone che non possono riprodursi. L’analisi delle diverse azioni istituzionali e dei dibattiti da esse generati consente di stabilire soggettività gerarchicamente ordinate dal punto di vista dei diritti riproduttivi.

Ai confini dei diritti riproduttivi. Il dibattito pubblico sulle unioni same-sex e sull’omogenitorialità in Italia

Parisi, Rosa
2024-01-01

Abstract

La società contemporanea sta attraversando una significativa trasformazione, moltiplicazione e polverizzazione dei principi considerati fondamenti della famiglia. In particolare, la pluralizzazione delle opzioni di procreazione e filiazione, resa possibile grazie alla procreazione medicalmente assistita (PMA), insieme ai nuovi modi di «fare» e «disfare» la famiglia – nei casi di separazione o divorzio – hanno prodotto una disgiunzione tra sessualità (variamente risultata entro un legame di natura affettiva e/o coniugale), procreazione e nascita, determinando lo spostamento del concepimento dalla dimensione sessuale a quella intenzionale del progetto procreativo. Tali trasformazioni hanno generato un’espansione della sfera giuridico-politica penetrata nella più stretta intimità della vita delle persone (Plummer 2003; Strathern 2005; Rodotà 2006; Hicks 2011). L’analisi che proponiamo mostra come le politiche sociali riguardo la riproduzione – in particolare gli atti legislativi (legge 40/2004), il PNF, il Fertility Day, il Family Day, così come il dibattito sull’omogenitorialità tutt’ora in corso – rivelino l’interazione tra la dimensione quotidiana e quella istituzionale nel definire modelli di famiglia e di genitorialità. Partendo da due diversi momenti delle politiche legislative e sociali su famiglia e procreazione, l’approvazione della legge Cirinna e l’elaborazione del PNF, di cui esamineremo i dibattiti che si sono prodotti in ambito parlamentare e nella sfera mediatica, si cercherà di mostrare come alcuni temi siano ricorrenti in diverse situazioni, seppure con toni e caratteristiche differenti. Più nello specifico, ci chiediamo come l’ordinamento giuridico, il regime eterosessistà e in generale i regimi omofobici riescano a collocarsi al centro della costruzione e rappresentazione della famiglia e della parentela sul piano pubblico e politico. Ciò che faremo emergere, quindi, e il modo in cui si produce un «diritto riproduttivo differenzialista» basato sulla distinzione tra persone che possono e persone che non possono riprodursi. L’analisi delle diverse azioni istituzionali e dei dibattiti da esse generati consente di stabilire soggettività gerarchicamente ordinate dal punto di vista dei diritti riproduttivi.
2024
9791220601870
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