E' una lettura dell'ottava novella della quarta giornata del "Decameron" di Boccaccio. L'interpretazione è incentrata su un nesso tematico-strutturale della narrazione (che lo scrivente ritiene significativo ed euristico anche per tutta la giornata degli amori infelici, della quale produce, nella seconda parte del saggio, un'esegesi macrostrutturale), e cioè il rapporto fra la distentio temporis nella coscienza dei protagonisti e la loro dislocazione spaziale. L'evento di morte, per Girolamo, espone un fatale rifiuto di realtà, la fuoriuscita dall'impegno nel ciclo temporale, dall'esigente processo della realtà, verso uno spazio illusorio e improbabile (luogo senza luogo, utopico nell'accezione etimologica del termine): la morte per amore apparirebbe così l'esempio-limite e ammonitore per ogni dissociazione dal reale, l'avventura più crudele del tempo rimosso e tradito.
Girolamo, Salvestra e l'inferno degli amori nel "Decameron"
PUCCETTI, Valter Leonardo
1992-01-01
Abstract
E' una lettura dell'ottava novella della quarta giornata del "Decameron" di Boccaccio. L'interpretazione è incentrata su un nesso tematico-strutturale della narrazione (che lo scrivente ritiene significativo ed euristico anche per tutta la giornata degli amori infelici, della quale produce, nella seconda parte del saggio, un'esegesi macrostrutturale), e cioè il rapporto fra la distentio temporis nella coscienza dei protagonisti e la loro dislocazione spaziale. L'evento di morte, per Girolamo, espone un fatale rifiuto di realtà, la fuoriuscita dall'impegno nel ciclo temporale, dall'esigente processo della realtà, verso uno spazio illusorio e improbabile (luogo senza luogo, utopico nell'accezione etimologica del termine): la morte per amore apparirebbe così l'esempio-limite e ammonitore per ogni dissociazione dal reale, l'avventura più crudele del tempo rimosso e tradito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.