La storia dell’arte dei giardini è molto spesso quella degli esempi più eccellenti oppure delle regioni – come Lazio e Toscana – con una forte tradizione in questo campo. Da qui la necessità di focalizzare l’attenzione sulla Puglia, dando visibilità a questa regione del Sud dove i confini fra giardino e paesaggio – e basterebbe leggere le testimonianze dei viaggiatori del Sette e dell’Ottocento – sono da sempre molto labili. Nel volume vengono presi in esame i caratteri peculiari del giardino pugliese – sia pubblico che privato – in un periodo che va dal Quattro al Novecento: i “deliziosi orti” del Principe di Taranto, i giardini dei palazzi baronali, i recinti claustrali, i giardini urbani e quelli di masserie; ma anche la trattatistica settecentesca che collega la tradizione del giardino alle pratiche agricole e che, oltre a Francesco Milizia, annovera figure come quella del religioso celestino Vincenzo Corrado, autore di trattati sui piaceri del cibo e del “vivere in villa”, nonché della poco nota Fisiologia degli agrumi. Se l’Ottocento segna nella regione la nascita del concetto di verde pubblico (sono di questo periodo le più importanti ville comunali), nonché una tarda affermazione del giardino “informale” con l’introduzione di specie esotiche, il giardino del Novecento vede protagonista in Puglia un grande paesaggista fiorentino: Pietro Porcinai.
Giardini di Puglia. Paesaggi storici fra natura e artificio, fra utile e diletto
CAZZATO, Vincenzo;
2010-01-01
Abstract
La storia dell’arte dei giardini è molto spesso quella degli esempi più eccellenti oppure delle regioni – come Lazio e Toscana – con una forte tradizione in questo campo. Da qui la necessità di focalizzare l’attenzione sulla Puglia, dando visibilità a questa regione del Sud dove i confini fra giardino e paesaggio – e basterebbe leggere le testimonianze dei viaggiatori del Sette e dell’Ottocento – sono da sempre molto labili. Nel volume vengono presi in esame i caratteri peculiari del giardino pugliese – sia pubblico che privato – in un periodo che va dal Quattro al Novecento: i “deliziosi orti” del Principe di Taranto, i giardini dei palazzi baronali, i recinti claustrali, i giardini urbani e quelli di masserie; ma anche la trattatistica settecentesca che collega la tradizione del giardino alle pratiche agricole e che, oltre a Francesco Milizia, annovera figure come quella del religioso celestino Vincenzo Corrado, autore di trattati sui piaceri del cibo e del “vivere in villa”, nonché della poco nota Fisiologia degli agrumi. Se l’Ottocento segna nella regione la nascita del concetto di verde pubblico (sono di questo periodo le più importanti ville comunali), nonché una tarda affermazione del giardino “informale” con l’introduzione di specie esotiche, il giardino del Novecento vede protagonista in Puglia un grande paesaggista fiorentino: Pietro Porcinai.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.