IntroduzioneItalian Journal of Special Education for Inclusion | © Pensa MultiMedia Editore srlISSN 2282–6041 (on line)Stefania Pinnelli, Elisabetta Ghedin, Valeria FrisoLa call di questo numero dell’Italian Journal of Special Education for Inclusion ha intesosottolineare l’importanzadelle connessioni tra territori e reti nella costruzione del processo inclusivo. La cultura dell’inclusione, infatti, richiedeazioni di cambiamento condiviso e partecipato i cui vettori sono l’insieme dei servizi alla persona che, posti accantoalla scuola e nella medesima direzione di essa, consentano di procedere verso la promozione dello sviluppo umano,avendo a cuore il bene comune in una prospettiva di lifelong learning. La stessa Agenda 2030, adottata il 25 settembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha riaffermatol’impegno della comunità globale nel promuovere efficaci partenariati pubblici, pubblico‐privati e della società civileche si basano sull’esperienza e sulle strategie per valorizzare le risorse dei suoi membri. Il modello di sviluppo pro‐posto dall’Agenda vede nei processi collaborativi, condivisi e partecipati la base operativa per la creazione di strut‐ture e accordi progettuali. In pratica, collaborazione, fiducia e connessione devono crescere lentamente, dal basso,attraverso iniziative concrete realizzate congiuntamente. In questa linea, l’idea di “innovazione dal basso” sta atti‐rando sempre più attenzione. Esiste un crescente interesse per il modo in cui i cittadini sviluppano il potenziale percontribuire a, o addirittura guidare, la transizione verso società più sostenibili e giuste, trasformando modelli diproduzione quotidiana, scambio e consumo di beni e servizi e questo potenziale è presente a livello globale di co‐munità. Alcuni lavori (Belda‐Miquel et al., 2020) rivelano non solo l’ampio potenziale di trasformazione delle inno‐vazioni dal basso, ma anche la rilevanza delle politiche pubbliche per sostenerle, ad es. il caso delle cooperativesociali. Il tutto a partire da una ricorrenza che si celebra quest’anno e che rappresenta un elemento fondamentaledel valore delle connessioni che si sono create, promosse e mantenute in questi 20 anni dal 1991 momento del‐l’istituzione delle Cooperative Sociali italiane con la L. 381. Le iniziative volte a porre una crescente enfasi sulle retiintra e interistituzionali di professionisti e organizzazioni fanno parte del panorama politico da almeno due decenni.Soprattutto a partire dalla metà degli anni ‘80 del secolo scorso, molte organizzazioni educative si sono affrettate aformare o ad aderire a reti, o sono state fortemente incoraggiate a farlo. Oggi, queste forme organizzative sonoconsiderate “un nuovo costrutto per concepire l’offerta educativa e una nuova strategia per riformare” (Chapman& Aspin, 2003, p. 653). Innovare e sostenere il cambiamento significa superare l’isolamento lavorando con diversipartner di conoscenze e comunità sviluppando forti connessioni in modo da estendere confini, risorse e spazi diapprendimento.Costruire connessioni e offrire opportunità connettive significa quindi, studiare il modo migliore per co‐pianifi‐care, co‐progettare, co‐governare e co‐gestire i contesti affinché operino con successo come più della somma diciascuna delle loro parti, incoraggiando lo sviluppo di comunità resilienti e connesse. “Il cablaggio delle risorsesociali non deve basarsi su un paradigma lineare...deve basarsi su un paradigma reticolare, eco‐sistemico” (Canevaro,2021, p. 265). Il riconoscimento che le reti svolgono un ruolo centrale nella vita dei giovani, delle loro famiglie e dichi ha cura di loro è ben chiaro oggi, e anche più che mai alla luce della pandemia da SARS‐COVID‐19 che ha colpitol’intero globo in questi due anni dal febbraio del 2020 e l’impatto che ha avuto sulla vita di tutti la chiusura tempo‐ranea di molte strutture di supporto in molte parti del mondo. Eppure, la storia suggerisce che operazioni che ge‐nerano e sostengono reti connesse, ad esempio con i collegamenti ai primi anni di vita, alla salute e ai servizi per ilbenessere, oltre ad altre partnership orientate alla comunità, possono essere complicate e impegnative. La nascitadelle Cooperative sociali ne è una importante testimonianza: esse sono diventate con il tempo vettori importanti,in particolare per le persone con deficit adulte che in esse trovano strumenti, professionisti e iniziative atte a per‐mettere loro una crescita continua in quel percorso di life long learning che accomuna – o dovrebbe accomunare– tutte le persone nel loro esistere.8I vettori dei processi inclusivi: territori, reti e connessioni

Italian Journal of Special Education for Inclusion vol. 9 2021

S. Pinnelli;
2021-01-01

Abstract

IntroduzioneItalian Journal of Special Education for Inclusion | © Pensa MultiMedia Editore srlISSN 2282–6041 (on line)Stefania Pinnelli, Elisabetta Ghedin, Valeria FrisoLa call di questo numero dell’Italian Journal of Special Education for Inclusion ha intesosottolineare l’importanzadelle connessioni tra territori e reti nella costruzione del processo inclusivo. La cultura dell’inclusione, infatti, richiedeazioni di cambiamento condiviso e partecipato i cui vettori sono l’insieme dei servizi alla persona che, posti accantoalla scuola e nella medesima direzione di essa, consentano di procedere verso la promozione dello sviluppo umano,avendo a cuore il bene comune in una prospettiva di lifelong learning. La stessa Agenda 2030, adottata il 25 settembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha riaffermatol’impegno della comunità globale nel promuovere efficaci partenariati pubblici, pubblico‐privati e della società civileche si basano sull’esperienza e sulle strategie per valorizzare le risorse dei suoi membri. Il modello di sviluppo pro‐posto dall’Agenda vede nei processi collaborativi, condivisi e partecipati la base operativa per la creazione di strut‐ture e accordi progettuali. In pratica, collaborazione, fiducia e connessione devono crescere lentamente, dal basso,attraverso iniziative concrete realizzate congiuntamente. In questa linea, l’idea di “innovazione dal basso” sta atti‐rando sempre più attenzione. Esiste un crescente interesse per il modo in cui i cittadini sviluppano il potenziale percontribuire a, o addirittura guidare, la transizione verso società più sostenibili e giuste, trasformando modelli diproduzione quotidiana, scambio e consumo di beni e servizi e questo potenziale è presente a livello globale di co‐munità. Alcuni lavori (Belda‐Miquel et al., 2020) rivelano non solo l’ampio potenziale di trasformazione delle inno‐vazioni dal basso, ma anche la rilevanza delle politiche pubbliche per sostenerle, ad es. il caso delle cooperativesociali. Il tutto a partire da una ricorrenza che si celebra quest’anno e che rappresenta un elemento fondamentaledel valore delle connessioni che si sono create, promosse e mantenute in questi 20 anni dal 1991 momento del‐l’istituzione delle Cooperative Sociali italiane con la L. 381. Le iniziative volte a porre una crescente enfasi sulle retiintra e interistituzionali di professionisti e organizzazioni fanno parte del panorama politico da almeno due decenni.Soprattutto a partire dalla metà degli anni ‘80 del secolo scorso, molte organizzazioni educative si sono affrettate aformare o ad aderire a reti, o sono state fortemente incoraggiate a farlo. Oggi, queste forme organizzative sonoconsiderate “un nuovo costrutto per concepire l’offerta educativa e una nuova strategia per riformare” (Chapman& Aspin, 2003, p. 653). Innovare e sostenere il cambiamento significa superare l’isolamento lavorando con diversipartner di conoscenze e comunità sviluppando forti connessioni in modo da estendere confini, risorse e spazi diapprendimento.Costruire connessioni e offrire opportunità connettive significa quindi, studiare il modo migliore per co‐pianifi‐care, co‐progettare, co‐governare e co‐gestire i contesti affinché operino con successo come più della somma diciascuna delle loro parti, incoraggiando lo sviluppo di comunità resilienti e connesse. “Il cablaggio delle risorsesociali non deve basarsi su un paradigma lineare...deve basarsi su un paradigma reticolare, eco‐sistemico” (Canevaro,2021, p. 265). Il riconoscimento che le reti svolgono un ruolo centrale nella vita dei giovani, delle loro famiglie e dichi ha cura di loro è ben chiaro oggi, e anche più che mai alla luce della pandemia da SARS‐COVID‐19 che ha colpitol’intero globo in questi due anni dal febbraio del 2020 e l’impatto che ha avuto sulla vita di tutti la chiusura tempo‐ranea di molte strutture di supporto in molte parti del mondo. Eppure, la storia suggerisce che operazioni che ge‐nerano e sostengono reti connesse, ad esempio con i collegamenti ai primi anni di vita, alla salute e ai servizi per ilbenessere, oltre ad altre partnership orientate alla comunità, possono essere complicate e impegnative. La nascitadelle Cooperative sociali ne è una importante testimonianza: esse sono diventate con il tempo vettori importanti,in particolare per le persone con deficit adulte che in esse trovano strumenti, professionisti e iniziative atte a per‐mettere loro una crescita continua in quel percorso di life long learning che accomuna – o dovrebbe accomunare– tutte le persone nel loro esistere.8I vettori dei processi inclusivi: territori, reti e connessioni
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