I sistemi di intelligenza artificiale ci mettono di fronte, in maniera più decisa ed evidente, al fatto che i vecchi requisiti di stabilizzazione delle aspettative non operano più. Sistemi che spesso sono imprevedibili a se stessi e che, tra l’altro, noi percepiamo come oggettivamente misurabili, rendono palese tutta la fragilità di semantiche che costruiscono la razionalità del futuro guardando al passato e il nostro essere al cospetto di un non sapere, di nuovi rischi e nuove dimensioni dei tradizionali rischi. A fronte di una realtà sempre più complessa è già tanto mirare al “non doversi pentire”. Probabilmente non ci si pentirà se si deciderà di non affidarsi unicamente ad intelligenze artificiali che effettuano da sé selezioni e determinazioni di senso, presentandosi, spesso, imprevedibili a se stesse oltre che agli altri e falsamente neutrali. È necessario che la salvifica intelligenza artificiale non ci riduca ad una mortificante schiavitù. Ma per fare questo non ci si può affidare ad un fare meramente calcolante che compie azioni descritte e prescritte, occorrendo, piuttosto, orientare lo sviluppo in una direzione qualitativamente elevata e a beneficio non solo degli esseri umani e del loro futuro, ma anche di tutte le altre componenti del pianeta; attività che l’uomo soltanto può fare, date le funzioni cerebrali che lo rendono diverso da ogni intelligenza artificiale e dagli altri essere senzienti.
Intelligenza artificiale e nuovi rischi
Sara Tommasi
2021-01-01
Abstract
I sistemi di intelligenza artificiale ci mettono di fronte, in maniera più decisa ed evidente, al fatto che i vecchi requisiti di stabilizzazione delle aspettative non operano più. Sistemi che spesso sono imprevedibili a se stessi e che, tra l’altro, noi percepiamo come oggettivamente misurabili, rendono palese tutta la fragilità di semantiche che costruiscono la razionalità del futuro guardando al passato e il nostro essere al cospetto di un non sapere, di nuovi rischi e nuove dimensioni dei tradizionali rischi. A fronte di una realtà sempre più complessa è già tanto mirare al “non doversi pentire”. Probabilmente non ci si pentirà se si deciderà di non affidarsi unicamente ad intelligenze artificiali che effettuano da sé selezioni e determinazioni di senso, presentandosi, spesso, imprevedibili a se stesse oltre che agli altri e falsamente neutrali. È necessario che la salvifica intelligenza artificiale non ci riduca ad una mortificante schiavitù. Ma per fare questo non ci si può affidare ad un fare meramente calcolante che compie azioni descritte e prescritte, occorrendo, piuttosto, orientare lo sviluppo in una direzione qualitativamente elevata e a beneficio non solo degli esseri umani e del loro futuro, ma anche di tutte le altre componenti del pianeta; attività che l’uomo soltanto può fare, date le funzioni cerebrali che lo rendono diverso da ogni intelligenza artificiale e dagli altri essere senzienti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.